Napoli, 24 giugno 2011 – In Campania il deficit sanitario cresce di 248 milioni di euro attestati al quarto trimestre 2010. Che è la conseguenza del mancato rispetto, da parte della precedente amministrazione regionale, del piano di rientro del disavanzo sanitario. A pagarne le conseguenze, manco a dirlo, saranno i contribuenti. Che, dal prossimo anno, vedranno aumentare Irap ed Irpef. Nel dettaglio, l’imposta regionale sulle attività produttive aumenterà del 0,15% mentre quella sul reddito delle persone fisiche aumenterà dello 0,30% per un introito aggiuntivo annuale stimato intorno ai 170 milioni di euro. Che i conti non tornassero lo si era già capito lo scorso aprile, quando la verifica sui conteggi dette esito negativo. Successivamente il tavolo tecnico fissò un termine di trenta giorni entro cui la regione Campania avrebbe dovuto mettere in campo azioni per evitare la stangata. Provvedimenti che, evidentemente, non hanno soddisfatto il dipartimento delle Finanze del ministero dell’Economia che ha dato annuncio dei rincari per Campania, Calabria e Molise. Ma il mancato rispetto dei vincoli del piano di rientro, oltre a provocare l’aumento delle tasse, compromette anche lo stanziamento delle risorse destinate alla Campania. Resta ferma, infatti, la quota di 1 miliardo e 300mila euro, destinata al fondo sanitario, che la regione avrebbe dovuto incassare entro la fine del 2011. La nota del Ministero dell’Economia allarma i sindacati, preoccupati che la necessità di tagliare fondi abbassi i livelli di assistenza. Così la Cisl ha chiesto al Presidente Caldoro di convocare un tavolo per discutere dei prossimi piani attuativi.
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